Il proiettore nuovo. La settimana scorsa io e Fulvione abbiamo conosciuto un ragazzo Coreano in palestra. Uno di quelli talmente grossi che fai prima a saltarlo che a girarci intorno. Chiacchierando scopro che è di Busan, e che studia in un master in Myanmar all’università di Seoul (???). Quando gli ho chiesto cosa volesse dire  un master in Myanmar mi ha risposto: “Myanmar, that’s why I’m here”. Cristallino. A quanto pare il padre ha un’azienda qui e quando doveva iscriversi all’università è stato obbligato a scegliere Myanmar.

La sera dopo Fulvione mi manda un messaggio mentre torno a casa. Ho una sorpresa per te. Aprendo la porta di casa ho sperato che non fosse nudo in salotto.

Effettivamente era in salotto, ma stava aggeggiando con uno strano strumento. Viene fuori che è un proiettore super mega in HD prodotto dal papà del Coreano, che ha deciso che dovremo testarlo per due settimane.

Di proiettori io in casa mia ne ho visti parecchi, perché mio papà va matto per quelle minchiate, e quindi la cosa non mi ha particolarmente ingorillato sul momento. Quando però ho scoperto che si collega in bluetooth con qualsiasi device e che effettivamente è in super mega HD, e si collega a internet, ed è touchscreen, sono corso al mio pc e abbiamo trasferito Resident Evil, appena scaricato, sul proiettore. Tempo trenta secondi siamo orizzontali sul divano a vedere il film. Tempo 10 minuti, ci guardiamo, e decidiamo di guardare Everest perché Resident Evil fa troppa paura. Everest non va. Presi dall’orgoglio, torniamo su Resident Evil.

Alla mezzora stoppiamo, ci guardiamo, e spegniamo tutto. Lo guardiamo domani con la luce, ci diciamo.

Fulvione intanto si allontana mormorando: “Belin mezz’ora di film e manco uno Zombie siamo riusciti a vedere”.

Il 23 febbraio sono riuscito ad avere il primo stipendio (quello di Gennaio). I Birmani sono un pò lenti. Finalmente è arrivato l’assegno, vado in Banca. Entro con il mio assegno, e quello di Fulvione. Mi mandano in un ufficio. Mi fanno firmare gli assegni. Se li riprendono. Me li ridanno dopo 10 minuti. Me li fanno rifirmare dietro. Poi di nuovo di fianco. Mi mandano in un altro ufficio. Mi cambiano l’assegno con un altro senza firme. Torno al primo ufficio, mi danno un altro foglio. Vado allo sportello. Dopo 2 ore finalmente mi piazzano davanti una serie di mazzette, e mi dicono “contale”. Sono giusti.

Esco, attraverso un parco e aspetto l’autista ad un angolo. Da dietro un angolo escono tre bambini (però aggressivi, non quelli teneri e coccolosi) che mi rincorrono. Non so se correre o aspettare la rapina da fermo. Si avvicinano e già sono pronto a dargli lo zaino.

Vogliono un’offerta per il loro tempio. Dio che felice di dargli 5 dollari.

Ci siamo trasferiti nella casa nuova! E l’agente ha provato a fregarci chiedendoci il doppio di agenzia di quanto img_20170226_190707pattuito e voleva pure farci firmare un contratto falso per pagare meno tasse. Ma per fortuna io, Fulvione, ed Enrica, come manco Samuel L Jackson nel Negoziatore, siamo riusciti a negoziare e a non pagare l’agenzia doppia e a non firmare il contratto falso.

Abbiamo solo dovuto lasciargli l’orologio. E il computer. E sabato andiamo a fargli le pulizie e a tenergli i bambini.

PS: in Myanmar non vendono lenzuola normali, a quanto pare. Qui di fianco le mie nuove lenzuola con gli orsetti, che se per sbaglio, ma per sbaglio, ma per sbaglio conosco una ragazza appena le vede è finita in partenza.

 

 

Devo imparare a fami capire meglio dai locali, almeno un minimo. Oggi dovevo andare a una conferenza sulle politiche per le piccole medie imprese in Myanmar dell’OECD. Arrivo in un centro congressi, lo dico in portineria, il tipo mi guarda e mi sorride con la faccia di chi ha capito tutto.

Mi accompagna in una hall e mi dice di registrarmi su un foglio. Metto nome, cognome, istituzione, telefono e mail. Ci sono solo nomi birmani nella lista, e la cosa inizia a insospettirmi. Mi fanno entrare in un salone e leggo le locandine alle pareti.

Era il congresso nazionale dei librai che commerciano libri di storia Birmani.