Oggi ho avuto i primi due meeting da solo. Bel coraggio a mandarmi da solo, penserete voi.

Mi passano a prendere alle 8 e 20 e ci dirigiamo verso il primo, quello che doveva essere una specie di congresso per la presentazione della strategia di Export del governo Birmano, con presente il Ministro del Commercio e dello Sviluppo Birmano, tipo Calenda.

Forse dovrò anche dire qualche parola in rappresentanza dell’Agenzia di Cooperazione e Sviluppo Italiana, cosa si fa, su cosa si investe, ma non mi preoccupo troppo. Avevo quel misto di paura ed eccitazione di quando fai la prima volta una cosa da solo. In copertina una foto di io tutto felice che sto andando al congresso.

Traffico pazzesco, e ovviamente arrivo in ritardo. Scendo dalla macchina, metal detector, corro verso la sala, mi registro, ed entro. Ovviamente già tutti seduti, ma per fortuna in pochi si girano. Al centro della sala c’è un tavolo rotondo enorme, con tutti i pezzi grossi (Ministro, dirigenti del Ministero, rappresentanti delle ambasciate e delle agenzie di Development, rappresentanti UN…), ed a lato una serie di sedie e tavolini con la gente che ascolta. Primo sudore freddo. Io mi dirigo quatto quatto verso i tavolini continuando a sperare che non mi veda nessuno.

Ma mentre sto per raggiungere le terra promessa, vengo raggiunto da una mano educata che mi prende, e mi indica gentilmente di accomodarmi al tavolo degli adulti.

Davanti a me un cartellino segnaposto. Italy.  E parlare di cose che ancora non ho capito tanto bene.

E qui è l’esatto momento in cui l’eccitazione si è trasformata tutta in panico. Quello brutto.

Mi siedo, mi guardo intorno. Il più giovane avrà 45 anni. E io manco ho la barba. Non avevo così paura da quella volta in cui a Trieste, a 13 anni, tornando a casa dal cinema in una strada buia dopo aver visto Signs mi era sembrato di vedere un alieno tra i cespugli.

Inizio a sudare. Intano parla il Ministro, poi i Dirigenti, poi alcune domande. Dopo la sezione dedicata alle presentazioni ministeriali in agenda c’è une breve sessione di presentazione di tutti i delegati, ma spero che quel momento non arrivi mai.

Finiscono i discorsi, e sulle slide appare “Coffee Break”. Oddio sono salvo. Bevo un sorso d’acqua per festeggiare lo scampato pericolo… E invece no, il Ministro chiede gentilmente a tutti di presentarsi e presentare il lavoro delle proprie istituzioni.

Mavafanculo.

Per un momento mi balena in testa l’idea di fingermi morto come un opossum.

Arriva il mio turno, cuore in gola, ma incredibilmente me la cavo benino, almeno credo.

Mi è stato fatto notare dal mio amico Stefi che avrei dovuto aggiungere una cosa ancora e elogiare la bandiera del Myanmar, oppure, in caso un tedesco mi avesse disturbato, consigliarlo per un ruolo in un film italiano.

Arriva il coffee break, incontro un altro rappresentante dell’ambasciata e scappo con lui. Una è andata. Nel pomeriggio ho avuto un altro meeting alla delegazione dell’UE. Il palazzo è splendido. All’interno sembra quasi di essere a Bruxelles. Per fortuna questa volta la riunione è più “informale”, e dopo lo spavento della mattina mi sento più sicuro di me. Forse anche perché sono stato istruito di dire “No updates from Italy”, e questo, senza falsa modestia, credo di saperlo fare bene.

Qui sotto la mia faccia dopo la giornata.

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Però, in fondo, devo ammetterlo.

Oggi mi sono divertito.