Se qualcuno di esperto sul paese leggesse questo post, sono sicuro che la frase che direbbe più spesso è -si ok, ma è molto più complicato di così. E’ sicuramente molto più complicato di così e questa lettura è davvero molto ma molto superficiale. Credo sia impossibile capire quello che succede in un paese in una settimana, specialmente in uno complicato come questo.

Ma è divertente scrivere quali sono le mie impressioni al momento, anche solo per poterle confrontare con la realtà che avrò compreso in maniera forse più approfondita fra qualche mese. Non date nulla per certo di quello che dico, se ho scritto minchiate, mi correggerò.

Partiamo dalle cose meno interpretabili:

Il Clima:  tropicale. Gennaio Febbraio i mesi migliori, sui 30 gradi di giorno. Marzo Aprile Maggio i peggiori, 40 gradi e 100% di umidità. Poi qualche mese di stagione delle piogge, in cui le temperature si abbassano ma l’umidità si impenna. Da metà Ottobre il clima torna “mite”.

Prezzi, PPP, Bic Mac Index e quant’altro: Bassi, si mangia, nei ristornati medio belli, con circa 5 o 6 dollari (poi dipende da quanto mangiate, io a volte ne spendo 10 o 12 se ho fame). Street food (ancora non provato) a meno di un dollaro, ingresso in palestra ad un dollaro e mezzo, mezz’ora di taxi a due dollari. Gli affitti sono più cari, con camere per expat che vanno dai 350 ai 500 dollari al mese (per gli appartamenti di lusso i prezzi sono tipo Brera a Milano se non di più). I prezzi delle case si stanno abbassando, dopo un boom iniziale a causa della poca offerta -adesso stanno costruendo un sacco. Tutto ciò che viene dall’estero ovviamente costa tanto.

Le strade: un casino. I semafori, non sto scherzando, durano dai 5 ai 10 minuti. Immaginate le code che si formano agli incroci. Per aggiungere un pò di caos, le macchine hanno la guida a destra (all’inglese), ma il senso di marcia è quello italiano. Pericolosissimo. Per i pedoni non c’è alcun rispetto, ma nessuno proprio. Il trucco è: appena la strada è un minimo libera, corri e non ti guardare indietro. Ovviamente non esistono le strisce pedonali.

Le persone: amichevolissime, se possono ti aiutano sempre. Quando si tratta di “sopravvivenza”, diventano meno amichevoli. Robe che se sei in fila per il taxi e sei il primo non ci mettono niente a passarti davanti e a rubarti il posto. E io, che chi mi conosce sa che sono uno pacifico e moderato, che non si incazza per queste cose, cerco di fare finta di niente.

Il cibo: piccante, non malvagio, con meno coriandolo del previsto. Si magia principalmente riso, noodle, e carne alla griglia. Ci sono un sacco di ristoranti thai, di curry, si trova la pizza, c’è il KFC, manca ancora il McDonald.

I cani: sono ovunque. Sono pericolosi se sono in branco. Molti hanno la rabbia. Se entri nel loro territorio, iniziano a ululare (eburma_en il mio amico Luke che ieri sera era al telefono con me mentre è successo può testimoniare) e ti seguono. Anche qui il trucco è corri come se non ci fosse un domani e non ti guardare indietro. Se si avvicinano troppo, dicono di calciarli.

Geografia: per superficie è circa il doppio dell’Italia. Tra i 50 e i 60 milioni di abitanti a seconda delle stime. A nord montagne (finisce l’Himalaya nel nord del paese), a sud spiagge incontaminate. Nel mezzo un po’ di pianura, e il triangolo dell’oppio (la Birmania è il secondo esportatore di oppio dopo l’Afghanistan) con cui i gruppi ribelli che sono in guerra con il governo (vedi punto politica) si finanziano.

Turismo: in crescita. I maggiori posti sono YangonBaganMandalayil lago Inle più una serie di spiagge e arcipelaghi di cui non so il nome che pare siano magnifici.

Da qui in poi, consideratele pillole. Cercherò di elaborare in maniera più approfondita in futuro, (se lo capirò, e se ci riesco) ciascuno di questi punti.

Geografia Politica: 14 tra stati e regioni compongono la Repubblica dell’Unione del Myanmar, non ho ancora capito la differenza tra le due cose. La città più popolosa è Yangon, con circa 6 milioni di abitanti (dove vivo, ed è anche la ex capitale), la capitale è Naypyidaw (dal 2005) – ufficialmente spostata perché più centrale rispetto al paese, con più spazio per i ministeri. Quelli che pensano male, ma che forse ci azzeccano, dicono per allontanare la burocrazia e il parlamento dall’influenza internazionale (UN e Ambasciate- che continuano ad essere tutte a Yangon).

Religione: Buddista, per quasi il 90%. Ci sono anche Cattolici, Induisti,  Islamici, che non sono per niente ben visti (vedi problema Rohingya) e contro di loro viene utilizzata più o meno la stessa retorica che usa Salvini (ci rubano il lavoro, diventeremo un paese musulmano come la Malesia, sono violenti, sono terroristi) -ma ovviamente la questione è molto più complicata di così.

Politica (qui l’apoteosi del molto più complicato di così):

  • Il Myanmar è un paese in guerra, principalmente contro se stesso. I maggiori conflitti si svolgono nel Kachin (nord), Shan (est), e nel Rakhine (ovest, al confine con il Bangladesh)- dove vivono i Rohingya, che sono un etnia islamica che non gode di diritti (cittadinanza, voto, proprietà) ed è perseguitata (qualcuno parla di genocidio). Della questione mi hanno detto che è meglio non parlarne con i locali.
  • Nel 2015 si sono tenute quelle che più o meno sono state le prime elezioni libere: ha vinto largamente il partito di Aung San Suu Kyi (che però non può formalmente diventare presidente a causa di una clausola nella costituzione che impedisce a chi ha discendenza straniera di diventare presidente- cavillo taylor made inserito in costituzione dal regime militare), la Lega Nazionale per la Democrazia. Lei si è tenuta qualche ministero (il più importante gli Esteri) ed è Consigliere di Stato della Birmania, carica creata ad hoc che la rende de facto il “presidente”. Anzi, per far felici tutti, la “presidente”.
  • Prima c’era un regime militare (dal 1989- prima non ho ancora bene capito cosa succedeva ma sarà mio oggetto di studio questa settimana). L’esercito (Tatmadaw) è potentissimo, ricchissimo, e controlla l’economia (da quello che ho capito, un sacco di aziende statali -come il birrificio nazionale- servono a finanziare il partito dell’esercito). Per costituzione, ha diritto al 25% dei seggi in parlamento. Per cambiare la costituzione, servono il 75% più uno dei voti.
  • Birmania o Myanmar? mi ha anticipato Il Post. Sostanzialmente è uguale, Birmania è il nome che si usava prima del 1989, Myanmar quello dato dal regime militare in seguito. Qualcuno mi ha detto che Myanmar dovrebbe essere più inclusivo, perché Birmania viene da Bamar, che è l’etnia dominante nel paese (per circa il 65%), e con Myanmar anche il restante 35% dovrebbe sentirsi rappresentato. Qualcuno mi ha anche detto che molti stati (tra cui gli Stati Uniti), continuano a riferirsi ufficialmente al Myanmar chiamandolo Burma.

Impressioni finali:

Yangon, a parte qualche quartiere e un pò di monumenti, è una città oggettivamente bruttina. La tipica città del sud est asiatico, traffico, smog, caos, centro coloniale, gente ovunque e un pò di puzza. Ma su di me ha un fascino incredibile. Non so dire il perché, ma mi attrae da morire (ho provato la stessa attrazione nella mia vita solo per Roma, Kyoto, e un paio di ragazze).

La Birmania, invece, è un posto incredibile, e non vedo l’ora di scoprirla sempre di più (sia viaggiando, sia leggendo la sua storia).

Prima di partire avevo una paura fottuta. Pensavo non mi ci sarei trovato, memore del Bangladesh. E oggettivamente ogni volta che mi sono trasferito in un posto nuovo i primi giorni sono sempre stati molto difficili. Questa volta non è successo. Non so dire se sia perché avevo già alcune persone che conoscevo qui a Yangon, perché sono più grande e maturo, perché il clima in questo momento è favorevole, o perché effettivamente mi ci trovi meglio. Fatto sta che dopo solo una settimana mi ci sento già quasi “a casa”. Speriamo duri.